Ubicazione geografica Ubicazione fisica
  • Latitudine
  • 42° 10' Nord
  • Altezza termoigrometro
  • 200 cm
  • Longitudine
  • 13° 23' Est
  • Schermatura
  • Schermo Davis passivo
  • Altitudine
  • 1071 metri s.l.m.
  • Tipologia
  • Extra urbana
  • Posizione del luogo
  • Falso pendio
  • Terreno
  • Tetto
  • Clima
  • Df scala Koppen
  • Altezza anemometro
  • 7 mt
    Strumentazione
    Stazione Davis Vantage Pro 2 Wireless
    Descrizione morfologica e climatologica della località

    Campo di Giove, a 1.071 metri di altitudine, è un piccolo ma importante borgo aquilano - sito sul versante occidentale della Majella - arrampicato tra vette, gole e valichi nell'omonimo Parco Nazionale ed inserito nella comunità montana Peligna. E' raggiungibile in modo semplice, tanto da nord che da sud, dalla vicina Sulmona: allo sguardo del visitatore, sembra stagliarsi – tra linee armoniose tipiche dei villaggi fortificati di un tempo - con un particolare profilo scuro risaltato dalla intensa vegetazione circostante o, meglio ancora, dal bianco della neve invernale che ne glassa i tetti delle caratteristiche case basse: in tale contesto, il centro storico si presenta ben conservato e ricco di edifici.

    L'acceso presso la suggestiva località, gli itinerari con alti alberi garanti di una costante frescura d'estate e lo splendido panorama offerto dalle montagne specie durante l’inverno, conferiscono alla località l'attributo di ''apprezzata meta turistica ambita in tutte le stagioni'', potendo i visitatori fruire di quel piacevole senso di tranquillità - che pervade il territorio comunale ma anche il circondario - ideale a rigenerarsi ed a visitare più luoghi con molta calma. Il paesino è grazioso, con casette accoglienti tra borgate antiche, pascoli verdeggianti e fitti boschi di faggi che assumono sfumature diverse in base alle stagioni; la posizione privilegiata ne ha caratterizzato il ruolo strategico come luogo di passaggio o sosta sin dai tempi dell’Impero Romano.

    La splendida cornice d'assieme – con la Majella ed il suo tipico territorio, aspro e selvaggio ma non per questo poco suggestivo – è completata da un intreccio affascinante di sentieri e percorsi escursionistici (da praticare a piedi, in bici ed a cavallo) che gli amanti della natura potranno benevolmente sfruttare trovandosi a stretto contatto con un ambiente incontaminato. Trovandosi nel cuore dell’Abruzzo e con un territorio tutelato dal Parco Nazionale della Majella per più del 90% della sua estensione, Campo di Giove è appunto una meta ideale per gli amanti del verde e della montagna, base di partenza per le vette dei monti Porrara (2.137 metri), Coccia (1.650 metri), Amaro (2.795 metri) e Tavola Rotonda (2.403 metri); presso tali ultimi pendii - a 2.350 metri di quota – si tocca la più elevata altitudine che in Abruzzo si possa raggiungere con i mezzi meccanici.

    Per quanto il precipuo territorio montano non risulti molto esteso, comunque, abbondano le presenze di boschi di aceri, lecci, pini e betulle con ulteriori nonché differenziate opportunità offerte agli appassionati di sci, durante l’inverno, dai locali impianti di risalita. Nel corso dei secoli numerose signorie - in particolare i Caldora ed i Cantelmo - si susseguirono al controllo di Campo di Giove che ancora presenta, nelle sue architetture, caratteristiche legate a secoli fiorenti come quelli del periodo medioevale. Nel cuore del borgo (di cui non si possiedono notizie ufficiali circa l'effettiva nascita, potendosi comunque disporre di documenti del XII secolo quando divenne un feudo fortificato dell'Abbazia di San Vincenzo al Volturno per poi essere ceduto ad Oddone di Pettorano) numerose sono le chiese, tra le quali spicca quella di San Eustacchio: la storia narra che il Santo riabbracciò i suoi figli - trascorsi quindici anni di lontananza - dopo che erano stati rapiti da un lupo e da un leone, grazie ad alcuni pastori che li avevano salvati ed accuditi: per tale motivo il Santo è il loro protettore e viene celebrato il 20 settembre, proprio nel periodo in cui le greggi scendevano dalle vette dei monti per avviarsi verso i pascoli invernali.

    Da visitare anche la diroccata Chiesa di San Paolo - edificata nel XIV secolo e rimaneggiata più volte - la cinquecentesca Chiesa di San Rocco, Casa Quaranta (tipico esempio di casa vignale risalente al XV secolo ove, oggi, è presente un centro polifunzionale con museo delle ''arti e tradizioni locali'', biblioteca, sala lettura, internet point ed esposizioni di opere dello scultore campogiovese Liborio Pensa), Palazzo delle Logge, Palazzo Nanni, Palazzo Ricciardi e Casone Belprato (edificio storico di origine contadina - realizzato con pietre della Majella e situato nella parte antica del paese - che prende il nome dalla famiglia Belprato: degno di nota è un mascherone in pietra, scolpito, in uno spigolo dell'edificio, per allontanare gli spiriti maligni). Come in ogni borgo montano, le tradizioni del popolo si esprimono negli eventi che vengono organizzati durante l’anno. A Campo di Giove – facente parte, peraltro, dell'Associazione dei Borghi Autentici d'Italia - tra le occasioni più attese ci sono soprattutto i festeggiamenti di Sant’Antonio da Padova e la festa dedicata alle Stimmate di San Francesco d’Assisi. Durante l'avvento, per l'Immacolata, si organizzano dei mercatini nonché il Treno di Natale che parte da Sulmona.

    Le origini di Campo di Giove sono antichissime tanto che Don Orsini, già parroco del paese e studioso, lo definì una ''stazione di primitivi'' sulla strada che attraversa la falda della Majella occidentale (strada famosa ove, secondo Tito Livio, passò Annibale per andare e ritornare da Roma); da sempre il territorio di Campo di Giove è stato considerato terra di passaggio da parte delle popolazioni peligne scompigliate dalle invasioni barbariche. Con riferimento al più recente passato, cenno di menzione va sicuramente al ''Freedom Trail'', tappa fissa dell'itinerario previsto dalla marcia pacifica composta prevalentemente da studenti di tutta Italia a ricordo dei percorsi di quanti cercarono di raggiungere le linee alleate al di là della Majella (Campo di Giove, infatti, si trovò nel pieno della ''linea Gustav'', fronte che divideva l'Italia tra l'esercito nazista di occupazione e quello alleato). Dal punto di vista climatico la località monitorata risulta situata in un luogo in cui le correnti balcaniche sono spesso apportatrici di ingenti nevicate; nel periodo compreso tra novembre e marzo, infatti, non è raro assistere a delle precipitazioni che lasciano al suolo accumuli anche superiori ai due metri. Artefice di ciò è lo stau che, caricandosi sul versante sopravvento della depressione tettonica di Caramanico Terme e di Sant'Eufemia, tracima facilmente dal Guado di San Leonardo (1.282 metri).

    Inoltre, le gole di Popoli o di Tremonti (territorio continuamente spazzato dal vento situato all'estremità settentrionale della Valle Peligna, in provincia di Pescara) agevolano il passaggio dei freddi e nevosi venti orientali tanto da creare quell'ulteriore effetto stau, sui monti Rotella (2.129 metri), Genzana (2.170 metri) e Prezza (1.344 metri), che contribuisce al raggiungimento dello spessore nevoso precedentemente indicato. Testimonianza significativa dell'influenza di tali configurazioni è espressa, peraltro, dai quantitativi di manto bianco che cadono nel borgo di Pacentro, situato, appena sotto Campo di Giove, a 686 metri di altitudine: nel piccolo centro, infatti, sia nel gennaio 1999 che nel gennaio 2017, caddero circa due metri di neve. D'altro canto, gli impetuosi venti da libeccio, che spesso soffiano in maniera forte se non addirittura violenta, hanno l'antipatica ma pur reale nomea di ''venti mangia neve'' essendo capaci di assottigliare rapidamente anche in pieno inverno la coltre presente sull'affilata montagna del Porrara, ma anche lungo il versante del Macellaro (2.646 metri), della Tavola Rotonda e del Fondo di Majella: la strada ''Frentana'' tra Campo di Giove e Forchetta Palena, infatti, viene spesso chiusa al traffico per il pericolo delle slavine che, quasi ogni anno, si distaccano dai ripidi pendii del Porrara.

    Tutte le stagioni presentano particolari caratteristiche. I mesi primaverili, oltre delle belle e terse giornate, sono influenzati dagli instabili flussi d'aria da nord est che concedono tardive nevicate in aprile o, addirittura, nel mese di maggio; fresca e ventilata l'estate (nel cui corso si registrano sempre più frequentemente temperature che possono superare i 30° C – come avvenuto nel 2017 – stante oltretutto la quota non tanto elevata), allorquando si manifestano frequentemente dei temporali pomeridiani spesso accompagnati da rovesci di grandine. L'autunno è una stagione meravigliosa per i colori intensi e contrastati che regalano i boschi e per le suggestive nebbie che, al mattino, svegliano e lasciano il passo al giorno nella piccola piana cui sorge anche parte dell'abitato. Non è raro assistere, in ottobre, a delle nevicate anticipate (nel 2007 ad esempio, precisamente tra il 20 ed il 22 del mese, la località fu raggiunta da una cospicua precipitazione che relegò al suolo circa 50 centimetri di manto).

    Su base annua le precipitazioni si attestano intorno ai 1.000 millimetri ma ciò varia, anche sensibilmente, a seconda delle annate. Le rilevazioni sono effettuate per mezzo di una stazione meteorologica Davis VP2.

    Foto

    Visuale verso est della stazione meteo


    Visuale verso nordest della stazione meteo


    Gli amici Claudio ed Elio


    Visuale dal basso della stazione meteo


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