Ubicazione geografica Ubicazione fisica
  • Latitudine
  • 42.32 Nord
  • Altezza termoigrometro
  • 400 cm
  • Longitudine
  • 13.76 Est
  • Schermatura
  • Schermo passivo Davis
  • Altitudine
  • 515 metri s.l.m.
  • Tipologia
  • Semi urbana
  • Posizione del luogo
  • Collina
  • Terreno
  • Prato erboso rado
  • Clima
  • Cf scala Koppen
  • Altezza anemometro
  • 400 cm
    Strumentazione
    Stazione Davis Vantage VUE
    Descrizione morfologica e climatologica della località

    Ofena, splendido borgo pre-romano in provincia dell’Aquila, sorge ai piedi del versante sud est del massiccio del Gran Sasso, nel limite alto della Valle del Tirino, piccola conca di origine tettonica contornata da rilevanti massicci di origine calcarea con, a nord, le alture di Rocca Calascio e Castel del Monte e, ad ovest, la Serra di Navelli.

    Si adagia tra due valloni (valle Piccolo e valle Freddano) ed ai piedi della dorsale tra il monte Capo di Serre (1.771 m), monte Cappucciata (1.801 m) e monte Scarafano (1.432 m) che si abbassa nella Forca di Penne (918 m) per rialzarsi verso il Monte Picca (1.405 m) e scendere, da ultimo, sulle gole di Popoli tra i franosi pendii del Monte Roccatagliata (979 m), ultima cima del Gran Sasso prima dell’inizio del Morrone e della Majella.

    Ad ovest, è chiuso dall’aspra e rocciosa vetta di monte la Serra (1.011 m) nonché dal monte Pesatero (1.125 m). Altre cime che delimitano la conca di Ofena – Capestrano sono, sempre ad occidente, quelle dei monti Mattone (1282 m), Selva di San Pancrazio (1037 m), Morrone (910 m) e Capo di Colle (967 m) che domina sia il Comune di Capestrano - dal lato della valle del Tirino – che il Comune di Navelli, dal lato opposto. La valle è solcata dall’omonimo fiume (che origina dalle spettacolari sorgive del Lago di Vatormina - sorgente detta ‘’Il Lago’’ - di Presciano e di Capo d’Acqua e si dirige verso sud-est affiancato da vasti canneti e da alberi rari come il salice cinerino), tra i più limpidi dell’Appennino, lungo il quale si coltivano degli orti, storicamente chiamati “padure“ e “cannavine”, che sfruttano tradizionali sistemi di irrigazione attraverso dei canali solcati che attingono l’acqua dal suo corso.

    Il fiume accoglie la gallinella d’acqua, il porciglione ed il martin pescatore (tutte specie nidificanti che si possono osservare tutto l’anno), ma anche i tuffetti, le folaghe, le anatre e gli aironi che sostano accanto al Tirino, però, solamente d’inverno. Numerose specie di migratori (fringuelli, cardellini, verdoni, peppole e, nei mesi primaverili, albanelle, poiane, falchi, cuculi e pecchiaioli) possono essere osservate lungo il valico di Forca di Penne che costituisce, di fatto, una comoda via di comunicazione tra l’Abruzzo aquilano e le colline di Pescara.

    Vi nidificano, nello specifico, lo sparviero ed il gheppio sulle rupi basse mentre la poiana, l'allocco, il picchio verde, lo zigolo nero, il codirosso ed il gracchio corallino preferiscono quelle più alte; facilmente osservabili, inoltre, sono sia l'aquila reale che il falco pellegrino. Itinerari suggestivi sono sempre possibili tra i vigneti e le storiche pagliare di Ofena - tra quest’ultima e Villa Santa Lucia degli Abruzzi - e, comunque, percorrendo le strade sterrate che corrono di fianco al fiume, che peraltro è spesso meta di appassionati di canoa.

    Il suddetto bacino geografico, nel quale sono compresi anche i comuni di Bussi sul Tirino e Capestrano, si estende ad un'altitudine di circa 500 metri, sotto il massiccio del Gran Sasso d'Italia, tra le province di l'Aquila e Pescara; è stretta tra l'altopiano carsico di Navelli (situato a circa 700 metri s.l.m. ed attraversato dalla SS 17) e la valle dell'Aterno (che, sviluppantesi tra i 900 metri di altitudine dell’Alto Aterno ed i 500 metri di Villa Sant’Angelo e Molina Aterno, costituisce il principale collegamento tra la conca aquilana e quella peligna) ricadendo anche, peraltro, nel suggestivo territorio del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

    Da un punto di vista strettamente naturalistico, molto interessante è la ‘’Grotta delle Marmitte’’, splendide e suggestive cavità cilindriche create spontaneamente nella roccia, dai mulinelli di acque torrenziali, alcuni milioni di anni fa, quando la montagna non si era ancora sollevata fino agli attuali 750 metri (a questo fenomeno naturale si deve il nome del sito). In precedenza, come ancora oggi racconta la gente del luogo, il nome tradizionale era ‘’Grotta del Romito’’, già dimora di un eremita anche a giudicare da frammenti di stoviglie rinvenuti sul posto.

    Il Comune, che nasce intorno all’anno mille con il nome di Aufinum, città vestina poi conquistata dai Romani, si presenta con un paesaggio brullo, sassoso e molto secco - ove solo cespugli ed una rada vegetazione popolano i rilievi circostanti la zona - concedendo in visione, tuttavia, un centro storico ricco di elementi artistici di alto valore culturale. Il borgo medievale, già stazione di passaggio dei pastori transumanti, è caratterizzato da una pianta circolare e case che si raccolgono attorno al palazzo Madonna ed alla chiesa di San Nicola di Bari, sita in cima al paese. Nell’abitato spicca il palazzo Cataldi-Madonna, con pregevole portale in pietra. Fuori dal borgo, invece, si trovano la chiesa di San Pietro in Cryptis, il convento dei Cappuccini - con adiacente chiesa dell’Assunta – ed il ristrutturato convento di San Francesco, sito sulla strada appena fuori il centro, richiamato nelle forme dal Monastero dei Cappuccini di San Giacomo, ubicato presso il cimitero comunale.

    Il territorio tritano oltre ad essere considerato un contenitore di bellezze naturalistiche, custodisce diversi elementi di notevole importanza dal punto di vista storico e culturale come il Castello dei Duchi di Cantelmo di Bussi, il castello Piccolomini di Capestrano, l’intera zona archeologica dello stesso Comune – ove è stato rinvenuta nel 1934 la statua del “Guerriero di Capestrano”, emblema dell’Abruzzo antico e dell’intero mondo italico, oggi esposta nel Museo Archeologico Nazionale di Chieti – nonché le romaniche chiese di San Pietro ad Oratorium e della Madonna di Cartignano. Fino al Novecento il paese ha mantenuto un'economia feudale; successivamente il borgo si è spopolato per l'effetto migratorio. Le vicende storiche successive videro Ofena dipendere dalla Baronia di Carapelle e parte integrante del feudo di Castel del Monte.

    Oggi il territorio di Ofena si presenta soprattutto con varietà di colture e produzioni enogastronomiche, con i famosi vigneti locali (che, grazie ad un microclima caratterizzato da temperature mediterranee, procurano viticolture di pregio come il famosissimo ‘’Montepulciano d’Abruzzo’’) e la ‘’sagra delle sagne’’ (immancabile ricorrenza ogni anno nel mese di agosto).

    La località monitorata è nota per essere, assieme alla vicina Capestrano, il ‘’forno d’Abruzzo“: tale appellativo è stato coniato proprio in virtù di quel ‘’sole pietroso’’, tipico dell’arido circondario, i cui raggi si concentrano tra i due valloni sopra citati, determinando picchi termici assoluti durante la stagione estiva, sia per la manifesta continentalità della zona, sia per la peculiare esposizione, sia per l’altitudine non elevata di tale e particolare settore di territorio aquilano.

    Il clima si può definire tendenzialmente secco, anche a causa dell’orografia sfavorevole alle precipitazioni. Quanto alle temperature massime, la zona ha dei valori molto elevati alcune volte con l’anticiclone Africano, allorchè si oltrepassano i 40° C, come già accaduto in diverse circostanze (nel principio dell’agosto 2017, in effetti, sembra che il valore massimo raggiunto sia stato di circa 43° C).

    Nelle stagioni intermedie, il clima è bello e mite in primavera - quando gli aspri pendii vivono momenti di verde e si colorano di fiori, con mandorli fioriti, papaveri rossi ed anche deliziosi asparagi selvatici – con attenzione, tuttavia, ai ritorni del freddo foriero talvolta di nevicate, brevi per quanto dannose per i vigneti soprattutto se la stagione è già piuttosto avanzata. Tranquillo e mite anche l’autunno con qualche freddo precoce - apportatore di prime nevicate in quota – che può dar luogo a delle gelate notturne anche nel mese di ottobre trovandoci in una ‘’conca’’. Ogni inverno, la neve cade quasi regolarmente, anche se poche volte in maniera abbondante (nel 2012 la consistente precipitazione verificatasi accumulò circa 60 centimetri di manto, scioltosi, peraltro, piuttosto presto).

    Cenni storici della scarsa piovosità sono descritti da anziani del posto che narrano – stanti delle tradizioni ereditate verbalmente - come in antichità zingari o nomadi abbiano disdegnato lunghe permanenze su tali terreni a causa dei lunghi periodi siccitosi e secchi che già li caratterizzavano. Scrittori del passato menzionarono del clima sulla conca di Capestrano – Ofena, cfr. annotazione del medico Giuseppe Liberatore (Ragionamento topografico – istorico fisico ietro sul Piano 5 miglia – in Napoli, presso Vincenzo Manfredi, 1789 pp.156): ’’I vegetali, teneri e gentili, vi sono grandi e sviluppati, quando, nei luoghi non lontani giacciono ancora sepolti nella neve. I mietitori de’grani sogliano spessamente, verso il fitto merigge, perirvi di apoplessia, che io chiamo di rarefazione ed insolazione insieme. Veemente la insolazione sopraggiunge e con essa la subitanea morte, o il chiodo solare che si genera, o il Causone ch’è la febbre ardente: e questi due ultimi malori anche con prestezza al termine della vita conducono’’.

    In tale contesto, giova evidenziare che:
    - tutta l’alta dorsale del monte Cappucciata oppone, in maniera vistosa, il passaggio alle correnti fredde che provengono dall’Adriatico, che a loro volta si scaricano dal versante pescarese della montagna (anche se c’è una netta differenza di precipitazioni con il borgo di Villa Santa Lucia degli Abruzzi, posto a 900 metri di altitudine), tranne nel caso in cui il fronte perturbato non sia di forte entità;
    - le alte cime del Gran Sasso, a nord, con vette che toccano ed oltrepassano i 2500 metri, poi, sono determinanti ancora di più!
    - i rilievi delle zone interne, come il Sirente ed il Velino, non facilitano l’arrivo delle miti e piovose correnti dall’Atlantico: per tale ragione nella suddetta località non cadono in genere oltre i 700 millimetri annui (centro Paese).

    Le rilevazioni meteorologiche sono assicurate da una stazione Davis VUE, gentilmente ospitata dall’Agriturismo ‘’Sapori di Campagna’’ - sito in località Colonia Frasca - antico casale rurale sorto dalla curata ed attenta ristrutturazione di una casa colonica di fine ‘800, della nobile famiglia Calascio dei Frasca, di cui si è mantenuta l’autenticità storica della struttura (non distanti da tale location e, degni di menzione, sono i borghi medioevali di Castel del Monte, Santo Stefano di Sessanio, Capestrano, Navelli e Rocca Calascio, tutti luoghi già coperti da centraline meteorologiche installate nel tempo dall’Associazione Caput frigoris).

    La frazione Colonia Frasca presenta un microclima diverso, in quanto luogo più riparato, con a nord la dorsale del monte Cogozza (1.338 m), presso Calascio ed a sud il menzionato monte la Serra. Qui i valori massimi della temperatura possono risultare ancora leggermente più elevati rispetto ad Ofena, con piovosità minore. Nella zona primeggiano gli uliveti, che in qualche caso arrivano fino a circa 800 metri di altitudine, ma sono presenti anche i mandorli, piante tipiche di tutta l’area in questione, che si arrampicano fino a Calascio e Rocca Calascio, posti molto più in alto.

    Foto

    Dettaglio stazione meteo


    Dettaglio stazione meteo


    visuale di insieme della stazione meteo, direzione sud


    visuale di insieme della stazione meteo, direzione nord


    Soci installatori della stazione meteo