Ubicazione geografica Ubicazione fisica
  • Latidudine
  • 43° 55' Nord
  • Altezza dal suolo
  • 300 cm
  • Longitudine
  • 11° 28' Est
  • Schermatura
  • Schermo Davis Passivo
  • Altitudine
  • 186 metri s.l.m.
  • Tipologia
  • Urbana
  • Posizione del luogo
  • Collina
  • Terreno
  • Tetto
    Strumentazione
    Stazione Davis Vantage VUE
    Descrizione morfologica e climatologica della località
    Vicchio è stata la patria natale dei due pittori che hanno fatto grande l'arte figurativa nell'umanesimo e nel Rinascimento: Giotto e il Beato Angelico. La casa natale di Giotto sul colle di Vespignano è meta ogni anno di numerosi visitatori. Nel 2001 sono stati festeggiati i 100 anni della posa in opera della statua del pittore nella piazza omonima nel centro del paese. Il Beato Angelico nacque tra il "Popolo di San Michele a Rupecanina", piccola frazione poco distante dal capoluogo. Il suo vero nome era Guido di Piero Tosini, divenuto monaco con il nome di fra Giovanni, fu assai presto conosciuto comunemente come Beato Angelico perché "angelica" (altissima, divina) fu considerata la sua arte, molto prima di essere canonicamente beatificato nel 1984. Tra il 1559 e il 1571, a Vicchio soggiornò saltuariamente Benvenuto Cellini. Nella casa che fu dell'orafo e scultore, c'è oggi una scuola di oreficeria, in cui si tengono anche mostre. Al plebiscito del 1860 per l'annessione della Toscana alla Sardegna i "sì" non ottennero, anche se di poco, la maggioranza degli aventi diritto (1154 su totale di 2772), sintomo dell'opposizione all'annessione[2]. Nel 1901 Giosuè Carducci, spesso ospite della famiglia nobile dei Giarrè Billi nella frazione di Pilarciano, fu il presidente del comitato che portò all'erezione della statua di Giotto, nella piazza centrale del paese. Vicchio fu l'epicentro del terremoto del 29 giugno 1919, uno dei maggiori sismi italiani del XX secolo: la scossa ebbe magnitudo 6,2. Il comune, su 1500 abitazioni esistenti, ne vide andare distrutte 700, con altre 500 danneggiate al punto tale da non consentire l'abitabilità. Le vittime furono oltre cento, relativamente poche rispetto alle migliaia di senzatetto: il terremoto avvenne infatti verso le tre del pomeriggio, dopo alcune scosse di preavviso, in una zona e in una stagione in cui la componente rurale, maggioritaria, era impegnata a lavorare nei campi. In quell'occasione caddero anche le mure cittadine e le torri, tranne una, visibile ancora oggi da Piazza della Vittoria. Il 6 marzo 1944 Vicchio fu occupata dai partigiani che procedettero all'uccisione di diversi simpatizzanti fascisti presi prigionieri[3]. Il conseguente rastrellamento effettuato da militi della RSI il 12 marzo 1944 portò alla cattura di diversi renitenti alla leva. Tra cui, oltre ad alcuni giovani contadini del posto, un aviere sardo che si era rifugiato presso la famiglia di uno di loro, nei pressi di Gattaia. Di questi cinque, i cosiddetti martiri del Campo di Marte, furono fucilati il 22 marzo 1944, con l'accusa di renitenza alla leva dalla Banda Carità. I cinque, tutti 21enni, si chiamavano Leandro Corona, Ottorino Quiti, Antonio Raddi, Adriano Santoni e Guido Targetti. Il 25 aprile 2008, i cinque martiri sono stati insigniti della Medaglia d'oro al Valor Civile dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.[4]. A ricordo è stata posta una targa in un circolo ricreativo fuori dal paese, in località Caselle. Tra i momenti più tragici della storia vicchiese si ricorda l'eccidio nazista di Padulivo, avvenuto tra il 10 e l'11 luglio 1944, quando le milizie tedesche, per rappresaglia contro l'uccisione di un loro commilitone per mano partigiana, assassinarono 15 persone: Pietro Bastianelli, Mario Bianchi, Valeriano Calzolai, Attilio Fibbi, Aldo Galardi, Antonio Gabellini, Maria Giudici, Renzo Gottardi, Annibale Landi, Aurelio Menicucci, Giovacchino Parigi, Renato Poggiali, Nello Santoni, Ettore Zagli, Nello Zagli. Nella piccola frazione di Barbiana visse e operò don Lorenzo Milani, dopo la decisione della Curia di trasferirlo in quanto scomodo. Intellettuale raffinato, sensibile ai problemi dell'educazione, s'impegnò per l'elevazione culturale dei ceti meno abbienti, insegnando a figli di contadini che avrebbero dovuto invece lavorare. Il suo lavoro quotidiano e la sua produzione letteraria sconcertò e stimolò il dibattito pedagogico degli anni sessanta. Il nuovo Museo di Arte Sacra e Religiosità Popolare Beato Angelico, inaugurato nel giugno del 2000, è il frutto di un lavoro e di un impegno che affonda le radici negli anni sessanta del XX secolo, quando nei locali del Palazzo Comunale si cominciarono a raccogliere oggetti artistici che si consideravano da salvare, perché destinati ad una lenta distruzione oppure perché sottoposti ai furti sempre più frequenti. Il Museo si inserisce nel progetto di Museo Diffuso che interessa il Mugello, l'Alto Mugello e la Val di Sieve. Gli importanti scavi etruschi di Poggio Colla, condotti da alcune Università americane sotto la direzione del professor Gregory Warden sono visitabili durante la campagna di scavo nei mesi di giugno e luglio[5]. Vicchio, attraverso la frazione Gattaia, è collegato alla località Madonna dei Tre Fiumi, in frazione Ronta nel Comune di Borgo San Lorenzo, da una strada detta "Panoramica", che passa dalla località Il Pozzo (Ronta). Dalla "Panoramica" è possibile godere di fantastiche visuali su gran parte del Mugello. Dalla frazione Gattaia, appartenente a questo comune, si può raggiungere il Monte Verruca. Infine dal Monte Verruca si può raggiungere il monte Castellina su cui è stato costruito un piccolo rifugio.
    Foto



    Visuale installazione stazione meteo Davis VUE