Galaverna

Un paesaggio innevato,
incantato, immacolato!
La galaverna,
nottetempo ha lavorato:
alberi, arbusti, cespugli
e fili d'erba,
tutto ha ricamato e orlato.
Nessuna sposa
ha mai indossato un abito,
che artista bravo
abbia imitato!



Corno Piccolo e Corno Grande

Il Corno Piccolo
è possente e monolitico,
ha due grosse spalle,
di pietra, ha le sue fiamme;
con sé un prezioso monile;
Livia il Campanile.
Il Corno Grande
è più alto ed elegante
ha tre vette frastagliate
del Gran Sasso è Cattedrale.
Un suggestivo e immacolato anfiteatro
è culla dell'ultimo ghiacciaio;
è vecchio, magro e malato,
ma una bolla d'acqua, chiamata Sofia
ti fa capire, che batte ancora la sua vita;
per lo studioso è un inghiottitoio
a me piace saperla, suo lacrimatoio.
Non possa pianger mai la gente
il Calderone possa farlo sempre!
Se per la gente il pianto è dolore
è vita, per quel "Vecchio" Calderone.
Al Passo del Cannone,
si nota l'effetto di una sua esplosione.
Alcune targhe in ottone
ti ricordano: la vita, la morte,
il dolore...e l'amore.





Ghiacciaio Calderone

Il giacciaio perenne
più a meridione
si trova sul Gran Sasso
e si chiama Calderone.
Il Torrione Cambi e le tre vette
lo circondano e lo difendono
orgogliose ed impettite.
Lui se ne sta lì
fresco, candido e beato
come sede
ha quello splendido anfiteatro.
Lo danno per finito e agonizzante,
la maggior parte
è ricoperto da pietrame,
anche lui, paga
il disastro ambientale.
Si è intimidito
ma è pur sempre vivo,
d'estate, la sua acqua di fusione
fuoriesce con bisbiglio e rigoglio
pronta a farti rinfrescare:
corpo, mente e vivande d'ogni tipo.
Se porti l'occorrente,
anche la granita ci puoi fare,
bella figura davanti a tanta gente
troppo spesso non degna e irriverente.
Da sempre lui sta là
fedel testimone ora lo vogliono studiar
lasciatelo in pace, fatelo riposar...
se un giorno si scioglierà
chi non lo ricorderà?
Era il ghiacciaio del Calderone!
Domani sarà l'anfiteatro del Calderone...
tutti ricorderanno:
il suo primato e il suo splendore:
il ghiacciaio più caldo...
più a meriodione.



Cascata d'acqua

Quando vedo e sento...
l'acqua di una cascata...
si eleva al cielo la mia anima,
una sinfonia...che va,
sommessamente e soavemente ascoltata:
dolcezza, forza ed eleganza...
mi schizza, mi bagna e rimbalza;
è la vita intorno che mi danza.
Questo inverno l'ho vista
fredda e irrigidita...
ma non ci ho visto la morte...
ci ho visto il fascino della vita.
Le sono passato a fianco,
le sono passato sopra,
con il corpo e con le mani
l'ho accarezzata
come si fa con la donna amata
L'ho percossa, con i ramponi e la piccozza,
ma lei non si è offesa
e mi ha lasciato fare
per amore mi ha voluto aiutare.
Quando in primavera la rivedrò,
lascerò a Lei l'iniziativa di accarezzarmi!
mi lascerò andare tra le sue fresche mani
fino a bagnarmi... e d'amore dissetarmi...



Neve

Bianche farfalle,
leggere, silenziose
e delicate;
volano e poi si posano
per tessere
quel magico velo,
che con candida innocenza,
cela e rivela
nefandezza e bellezza.



Grazie Gran Sasso

Grazie, per avermi regalato:
valli, creste, vette e ogni tuo anfratto;
per avermi fatto conoscere l’eterno Calderone,
il Nevaio della Salsa, di Rionne e del Gravone,
la sorgente di San Franco,
i salti del Vitello D’Oro e di Rio Arno;
per avermi fatto vedere dall’alto e gustare:
albe e tramonti da sogni,
laghi, montagne e mare;
per i cieli incantevoli:
cupi, nuvolosi, esplosivi o squarciati
da saette e raggi solari,
quando grigi e colorati da arcobaleni
o profondi, azzurri e sereni;
per avermi invitato alla tua gala d’inverno;
per avermi bagnato, infreddolito e riscaldato;
per avermi fatto camminare
su tappeti per principi:
bianchi o verdi, fioriti e variopinti;
per avermi fatto ascoltare la voce del vento,
quella del silenzio e la forza della sua eco;
per avermi fatto specchiare nel tuo piccolo Lago
e per avermi colpito l’animo,
quando mi hai illuminato
e fatto vedere nel tuo magico profilo,
il Volto Immacolato di Cristo,
a me tanto caro
e te ne sono grato.



Il pianto di un Ghiacciaio

Piangono i ghiacciai,
nascono sorgenti, fiumi e laghi.
Hanno di ghiaccio il corpo e il cuore,
ma da loro nasce vita e amore.
Danno tanto con quel pianto
e non chiedono nulla in cambio.
Molti finiscono di piangere
o di piangere nel pianto.
Sul Gran Sasso un miracolato!
Piange ancora il Calderone,
da giovane
si sentiva forte il suo rumore,
come sul fuoco un calderone,
perciò fu battezzato con quel nome.
Per Lui non conta più l’età,
ma versare tutte le lacrime che ha,
prima di finire nell’aldilà.
Vecchio, saggio consigliere,
per l’alpinista e l’escursionista
d’ogni genere.
Tenue e fioca la sua voce,
ma se saprai ascoltarla
imparerai tante cose:
piangere per amare e donare!
Quanti avranno da imparare?



Laghetto Pietranzoni

Ti avvicini a Campo Imperatore
e non ti accorgi
del Laghetto Pietranzoni.
E’ facile vedere e riverire:
grandi, potenti o presunti tali.
Lui è piccolo e povero d’acqua,
però a nessun animale la risparmia,
ha una grande anima!
Con umiltà e nobiltà,
la usa a fa da specchio
a quel Massiccio là.
Del Corno Grande,
due immagini perfette!
Una è là, vicino a te,
immersa e ribaltata.
Fotografie artistiche e bellissime,
che puoi metterle in cornice,
foto famose in tutto il mondo,
tutti sanno del Gran Sasso,
quanti del piccolo Lago?
Per dar lustro al potente,
ecco il sacrificio della povera gente.
Riconoscergli un po’ di gloria,
non costa e non guasta niente.
A costo d’essere perdente,
voglio andar contro corrente:
essergli grato e riconoscente.



FONTANA LUMINOSA

Due nude e vigorose gemelle
sorreggono all’altezza delle teste
una conca inclinata tra le mani,
versano acqua e non si stancano mai.
Si affiancano su un basamento
sul quale l’acqua, cadendo,
zampilla, saltella, spumeggia,
si accende al calar della sera.
E’ inverno, fa un freddo tremendo,
quell’acqua si addensa e si gela,
la base di marmo ora sembra
un organo in Chiesa.
La Fontana Luminosa, così ghiacciata,
appare affascinante, come la mia “Cascata”.
In Città ha portato allegria,
perché come me, anche gli altri,
ci hanno visto la Vita.
Si ferma la gente ammirata e incuriosita,
a vedere quella sposa, mai vista prima.
Quelle sorelle, sono diventate famose:
fotografie a non finire,
puoi vederle incorniciate nelle vetrine,
non per questo si sentono dive.
La gloria non le ha per niente scalfite:
le ho riviste come prima,
color verderame e imbronzite!



Cristo innevato

Come vuole ogni monte,
sulla sua cima una Croce.
Quando salgo d’inverno e la vedo,
resto incantato.
Appeso c’è un Cristo innevato,
sublime e fantastico:
soffiato dal vento
e scolpito dal freddo.
Soltanto pochi giorni,
ai primi tepori,
lascerà quel metallo,
per proteggerti dall’Alto.





Nebbia

Un mare di nebbia sommerge
e affoga la città!
Avverto che mi soffoca
e allora scappo e salgo!
Come lo sovrasto,
resto incantato
per cotanto spettacolo:
Il cielo è totalmente sereno,
vedo isole che non esistono,
rocche, castelli e paesi
che s’inabissano
e giocano a nascondino.
Quando il sole lo riscalda,
quella nebbia sfuma leggera, velata,
e pennella l’aria di biacca.
Il vento ne fa un gioco
di veli trasparenti e delicati
che si adagiano, svolazzano
e si stracciano sui seni
e nei fianchi di colline e montagne,
più suggestive e incontaminate.
Così “vaneggia mortale mente”
davanti ad arcane, velate
e pudiche bellezze.



Rugiada e brina

Polvere d’acqua
ingravida l’aria
e dovunque si adagia,
imperla e ricama
con grazia…
la delicata Rugiada.

Quando infreddolita
si veste da sposa
e tutto cristallizza,
con arte sopraffina,
unica e divina…
si fa chiamare Brina.