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Pianella è situata nell'entroterra pescarese, sorge tra i fiumi Tavo e Pescara, ed è caratterizzata da un territorio prevalentemente collinare. Il centro cittadino si sviluppa attorno ai resti dell'antica fortificazione, risalente all'anno 1500, la quale fu eretta in memoria del luogotenente Cristiano Pellegrini (1313-1340) Castrum Pianellae. Antico centro dei Vestini. Le prime testimonianze risalgono al 953 d.C., anno in cui Pandolfo, re di Capua, decise la costruzione della chiesa di Santa Maria Maggiore, edificata sui resti del tempio romano, dedicato al culto della Dea Vesta. Tuttavia, i numerosi manufatti sabellici, greci, romani e medievali rinvenuti negli ultimi due secoli, fanno pensare ad una presenza umana continua ed ininterrotta nei secoli successivi. La città ha avuto una lunga storia di invasioni ed attacchi. Nel IX secolo fu, ad esempio, devastata dai Saraceni, cosicché i superstiti si rifugiarono sul colle e cominciarono a fortificarlo. Nel X secolo la prima testimonianza del toponimo Castrum Pianellae nella contea di Manoppello e sotto il dominio dei Normanni. Passò successivamente al dominio di Carlo d'Angiò prima e di Corrado Aquaviva poi. La presenza di molte monete coniate per le crociate fa ipotizzare che Pianella fosse stato un centro di incontro di pellegrini, frati e commercianti prima di procedere alla vol ta di Brindisi. Nel 1458 Federico d'Aragona diede alla città lo status di "universitas", vale a dire una parziale indipendenza dal potere feudale e nel 1522 Pianella diventò feudo di Margherita d'Austria Farnese, alla cui famiglia rimase fino all'eversione della feudalità. Infine, Ferdinando IV di Borbone assegnò a Pianella il titolo di Città Regia. La leggenda vuole che Giovanna II, figlia della Regina Giovanna, perse la sua pianella (la scarpetta) girando il regno con la madre. Fu proprio quella ciabatta a dare il nome all'attuale città. Altre fonti, decisamente più attendibili, attribuiscono al nome della città una sorta di evoluzione, iniziata dal nome dell'antica fortificazione Castrun Pianellae, passando poi per le varie Plenina, Plenilia, fino ad arrivare all'attuale Pianella. Il tema viene ampiamente affrontato da Enrico Sappia De Simone in "Appunti sui Popoli Plenilenses e Pianella" della "Rivista Abruzzese di scienze e lettere", anno IV, fascicoli V-VI (maggio e giugno 1889), pp. 276 sgg.
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