Ubicazione geografica Ubicazione fisica
  • Latitudine
  • 41° 53' Nord
  • Altezza termoigrometro
  • 300 cm
  • Longitudine
  • 13° 19' Est
  • Schermatura
  • Schermo passivo Davis
  • Altitudine
  • 1806 metri s.l.m.
  • Tipologia
  • Extra-Urbana
  • Posizione del luogo
  • Anti vetta
  • Terreno
  • Tetto
  • Clima
  • Cf scala Koppen
  • Altezza anemometro
  • 700 cm
    Strumentazione
    Stazione Davis Vantage Pro 2 Wireless
    Con riscaldatore di serie
    Descrizione morfologica e climatologica della località

    La Comunità Montana dei Monti Ernici - catena montuosa del Subappennino laziale, delimitata a Nord dai Monti Cantari e dalla valle dell'Aniene, ad Est dalla valle del Liri e, a Sud ed Ovest, dalla valle del Cosa e del Sacco - è una delle comunità montane della provincia di Frosinone. Di essa, Campo Staffi – località monitorata sita nel comune di Filettino – ne è parte saliente in quanto meta turistica montana, estiva ed invernale, con territorio - situato sotto la vetta, appena ‘’under 2000’’, del Monte Anticontento - posto ad un’altitudine di 1.800 metri circa s.l.m., all’interno dei monti Simbruini. Il circondario è tutto da scoprire con luoghi, di alto valore storico, culturale e naturalistico, che si prestano a tutti i tipi di escursione, trekking, passeggiate a piedi, a cavallo, in mountain bike e con ciaspole.

    I monti Simbruini -con i suoi piccoli centri abitati ricchi di testimonianze storico-artistiche a volte millenarie, con le caratteristiche costiere boscose e con la riconosciuta importanza conferita dalla biodiversitàche vi risulta insediata - confinano a Nord con i Monti Carseolani, ad Est con il territorio abruzzese, a Sud con i Monti Cantari e ad ovest con i Monti Affilani e la Valle Latina; sono conosciuti anche con l’appellativo di ‘’Alpi Romane’’. La catena omonima ospita i comuni di Camerata Nuova(i ruderi dell'antico abitato, distrutto da un incendio nel 1859, sono raggiungibili da Cervara di Roma tramite un lungo tratto del sentiero Coleman che attraversa dei boschi di roverella, carpino e faggio; da visitare, a poca distanza, anche il Santuario della Madonna delle Grazie del XVI secolo, una delle mete devozionali da parte dei fedeli che vi si radunano soprattutto nel giorno di Pasquetta);Cervara di Roma(autentico museo all'aperto, dove arte, cultura e natura concedonoricordi indelebili nel percorrere il dedalo di vicoli e scalinate che caratterizzano il piccolo centro; proprio qui, si può beneficiare di un’offerta culturale decisamente inconsueta riconducibile alla mano ed allo scalpello di giovani provenienti da ogni parte del mondo che hanno fatto nascere la c.d. "Scalinata degli Artisti", una delle scale di accesso al paese; bellissimi, inoltre, i murales, i dipinti tra le case di pietra ed il museo della montagna che è dedicato alla pastorizia, ai costumi ed alle tradizioni locali);Subiaco (dove la storia emerge convintamente tanto che, poco fuori l’abitato, inerpicandosi per la Valle Santa, si incontrano i ruderi della Villa di Nerone fino ad arrivare ai Monasteri benedettini di Santa Scolastica - il più antico monastero Benedettino del mondo – la "culla della stampa italiana" in quanto, a partire dal 1465, i tedeschi Sweynheym e Pannartz, utilizzando caratteri mobili appositamente ideati, vi stamparono ben quattro opere; di notevole importanza, oltre alla celebre biblioteca – dove si può conoscere ed ammirare il "Torchio di Gutenberg" - il campanile, storicamente anteriore a tutti quelli di Roma, i tre Chiostri - quello Cosmatesco è un vero gioiello - nonché la Chiesa Neoclassica);Jenne(con i resti del castello dove nacque papa Alessandro IV);Vallepietra(che certamente annovera, tra i poli di maggior attrattiva, il Santuario della SS. Trinità);Trevi nel Lazio(con l'imponente Castello Caetani, risalente al IX secolo, erto su un grosso masso di roccia calcarea - la cui struttura ed ubicazione strategica giocarono un ruolo determinante nella decisione dell’acquisto della proprietà da parte di Papa Bonifacio VIII nell’anno 1299 - la cascata, la presenza di particolari piante come il salice bianco o l’affascinante pungitopo);Filettino(con le mura saracene del IV – V secolo a.C. e la consigliata escursione naturalistica, tra grandi faggi e verdi radure, alla scoperta della Madonnina della Moscosa, località posta su un picco roccioso panoramico dal quale è possibile ammirare le maggiori vette dei monti abruzzesi e le valli sottostanti); Cappadocia (ove insistono numerose aree naturali come le sorgenti del fiume Liri - non più visibili nella loro interezza originale, perché le sue acque sono in parte incanalate in galleria per alimentare una centrale idroelettrica ed in parte utilizzate dalla rete idrica - le Grotte di Beatrice Cenci - erroneamente così definite per confusione tra Petrella Liri e Petrella Salto, dove si sono effettivamente svolte le vicende della famiglia Cenci – il Pozzo dell'Ovìdo, l’Inghiottitoio dell'Otre, il Centro turistico di Camporotondo e la Valle del Fucero).

    La catena dei Simbruini, da cuioriginano tre principali corsi d'acqua ovvero l'Aniene, il Liri ed il Simbrivio, in particolare: ha inizio a Fosso Fioio, punto geografico in cui terminano iCarseolani (catena montuosa, compresa tra i laghi del Turano e del Salto, al confine con il Cicolano); forma, verso Sud-Est, il complesso di rilievi che domina i pianori carsici della parte settentrionale del Parco. In questa parte di territorio sono situate le località di Campaegli(piccolo centro abitato, icona dell'ambiente appenninico dei Simbruini, ove si può visitare la Grotta Stoccolma, dolina a pozzo che per anni è stata usata, purtroppo, come discarica per rifiuti ed alla quale, dopo una poderosa opera di pulizia, è stato restituito decoro), Campobuffone, Campo dell'Osso, Campo della Pietra, Camposecco); culmina nella cima del Monte Autore, terza cima più alta, dalla quale, nelle giornate di cielo terso,è possibile scorgere finanche i tre maggiori gruppi abruzzesi (Velino - Sirente, Gran Sasso e Majella) ed il Terminillo, con un panorama che spazia dai Monti della Laga, ai Monti Sibillini ed alla Alta Valle del Tevere. Giova evidenziare che, lungo uno dei tratti più suggestivi del fiume Aniene, si trovano la Sorgente del Cardellino (formazione del travertino per precipitazione) e la Sorgente delle Tartare. A questo quadro fanno da cornice una ricca vegetazione ed un ambiente di estremo valore naturalistico, dove sono presenti le specie animali e vegetali tipiche di un fiume di alta montagna. La Grotta dell'Inferniglio- che si trova a quota 512 metri s.l.m e drena le acque della zona di Campo dell'Osso - è una sorgente perenne, la più importante del Lazioed è risorgente attiva, ovvero durante l'inverno ed in primavera si riempie d'acqua. La sua peculiarità è dovuta sia alle straordinarie forme di erosione che l'acqua ha modellato nella roccia, sia alla presenza del suggestivo torrente sotterraneo, sia alla bellezza dei numerosi laghetti.

    A circa 15 chilometri dal capoluogo sublacense, considerato la porta del Parco dei Monti Simbruinim, si trova l'altopiano di Monte Livata, “la montagna della Capitale’’, dove l'ambiente tipicamente appenninico alterna alla salubrità dell'aria i maestosi boschi di faggio e l'amenità di taluni punti panoramici, come "Le Vedute" di Monte Autore, da cui si possono osservare, con un solo colpo d'occhio, sia tutta la parte meridionale della catena dei Simbruini, sia i Cantari (Assalonne, Tarinello, Tarino, Altopiano Faito, Cotento, Viglio e Crepacuore, con Campocatino all'orizzonte). In una scenografia immaginaria che proceda da Nord-Ovest verso Sud-Est, si susseguono: Monte Calvo (mt. 1.591), Monte Autore (mt. 1.855), Monte Pratiglio (mt. 1.421), Monte Tarinello (mt. 1.844), Monte Tarino (mt. 1.960), Monte Cotento (mt. 2.015) e Monte Viperella (mt. 1.834).

    Proprio presso il Rifugio Monte Viperellaè stata allocata - da parte delle Associazioni meteorologiche AQ Caput frigoris e Meteo Lazio, che hanno condiviso il progetto per il monitoraggio di questa particolarissima area geografica - la stazione Davis Vantage PRO2 con riscaldatore per pluviometro originale (supplemento tecnico più che mai necessario per la conversione, in millimetri caduti, dei quantitativi inerenti le abbondanti precipitazioni nevose che regolarmente colpiscono la zona). Tra le varie peculiarità che caratterizzano i Monti Simbruini, l'acqua rappresenta senza dubbio la risorsa più importante: il nome stesso, che deriva dal latino "sub imbribus", vale a dire ‘’sotto la pioggia’’, è esplicativo delle condizioni climatiche ed idrologiche dell'intera area. La ricchezza d'acqua ha determinato una complessa morfologia del territorio, dominato da un'ampia varietà di forme carsiche superficiali ed elevate pendenze dei versanti. Il Parco ospita popolazioni di ungulati selvatici, come il cervo, il cinghiale e il capriolo - che costituiscono un'importante fonte di alimentazione per i lupi presenti nel territorio – oltre apresenze di esemplari di orso bruno marsicano.Vi nidificano, inoltre, molte specie di uccelli (aquila reale, picchio dorsobianco, gracchio corallino, coturnice). L'idea di riportare il cervo nel Parco Monti Simbruini è nata nel 2004. A partire da allora, sono state compiute una serie di attività (studi di fattibilità, richieste di pareri, indagini sociali) che hanno permesso, tra il 2008 ed il 2009, di liberare in natura 50 animali allo stato selvatico, portando a compimento il ritorno di una specie che era assente da oltre cento anni (gli esemplari liberati provengono in parte dall'area demaniale delle Foreste di Tarvisio ed in parte dal Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, situato nell'Appennino tosco-romagnolo, tra le province di Forlì-Cesena, Arezzo e Firenze). La reintroduzione mira a ricostituire un corretto equilibrio biologico. Insieme alle finalità conservazionistiche, la reintroduzione dei cervi riveste una valenza turistica ed educativa molto rilevante. Infatti, per le attività di sensibilizzazione, sono state realizzate due aree faunistiche: una nel territorio di Cervara di Roma, dedicata al cervo e l’altra, nel territorio di Trevi nel Lazio, dedicata al capriolo.

    Campo Staffi è sede di una rinomata stazione sciistica, risultando molto frequentata (assieme alla vicina Campocatino, località frusinate posta nel territorio del comune di Guarcino) in special modo durante il periodo invernale. Vi si accede sia dal versante laziale, salendo per Filettino attraverso una lunga ascesa che raggiunge, a 1.602 metri di altezza, il passo di Serra Sant’Antonio (valico stradale poco trafficato - dall'aspetto paesaggistico tipicamente appenninico, ma comunque importante in quanto costituisce uno dei pochi passaggi stradali montani, tra le province di l’Aquila e Frosinone, assieme al valico di Forca d'Acero - che, attraversando lo spartiacque tra il bacino del Tevere e quello del Liri, collega tale sezione di territorio con il limitrofo comune di Capistrello), sia dal versante abruzzese aquilano del predetto comune. A Sud del valico di Serra Sant’Antonio, hanno inizio i Monti Cantari - inclusi nel territorio del Parco regionale ma geograficamente costituenti un gruppo montuoso distinto – mentre a Nord la quota comincia progressivamente ad elevarsi con le faggete dell'Insuglietta. Il comune di Filettino - situato sul versante sud-occidentale dei Monti Simbruini, all’interno della più estesa area protetta del Lazio, nel punto d’incontro con i Monti Cantari - sorge nell'alta valle del fiume Aniene, a 1.063 metri s.l.m.. E’ il comune laziale con la più elevata altitudine ed è posto - su uno sperone di roccia calcarea arroccato tra i monti Viglio (mt. 2.156) e Cotento: su tale linea geografica, nel 1870, passava il confine tra Stato Pontificio e Regno di Napoli.

    L’origine del nome ‘’Filettino’’ deriva dal fatto che le abitazioni, a causa del territorio ristretto, sorgono una in fila all'altra; da ciò, “fila’’, “Filetto’’, Filettino. Il primo nucleo abitativo risale probabilmente al VI° secolo, in seguito alle ricorrenti invasioni dei Goti e, successivamente, dei Saraceni; le popolazioni che abitavano nelle zone pianeggianti, per sfuggire alle devastazioni, si rifugiarono nelle zone più interne dando cosi vita al primo centro abitato. Dopo varie vicissitudini storiche, nel 1870 fu definitivamente costruita la strada carrabile che collegava Filettino a Trevi nel Lazio (mt. 821) ed agli Altipiani di Arcinazzo, siti ad una quota di 1.500 metri circa s.l.m.. Nell’ultimo secolo, il territorio ha assistito ad una progressiva ed inesorabile dipartita di molti dei suoi occupanti verso le più vicine aree industrializzate, relegando ai restanti l’esercizio delle tradizionali attività agro-silvo-pastorali peraltro oggi pressoché integralmente sostituite da quelle del turismo legato all'escursionismo estivo ed agli sport invernali praticati nella suddetta località monitorata. La posizione nel cuore dell'Appennino, la comodità di accesso, la vicinanza a Roma, la disponibilità di ambienti di incontaminata bellezza e di borghi di antica religiosità con insito eccezionale valore storico e culturale, hanno fatto sì che questa porzione di territorio sia sempre stata frequentata e percorsa. In auto, il luogo è raggiungibile attraverso l'autostrada A24, con uscita a Vicovaro-Mandela (immettendosi sulla Tiburtina Valeria in direzione Subiaco e proseguendo per Subiaco, Cervara di Roma e Monte Livata) o Carsoli (immettendosi sulla suddetta SS Tiburtina per proseguire, poi, fino al bivio per Camerata Nuova). E’ altresì raggiungibile tramite l’autostrada A1, con uscita ad Anagni-Fiuggi (proseguendo verso gli Altipiani di Arcinazzo, Trevi nel Lazio e Filettino).

    Tutti i paesi del Parco sono collegati a Roma con i bus del CO.TRA.L.. E' possibileservirsi della ferrovia Roma-Pescara, con due stazioni (Mandela e Carsoli), situate in prossimità del Parco; necessario, successivamente, proseguire con i suddetti bus. Climatologicamente Campo Staffi si presenta, assieme a tutti gli altri rilievi dello spartiacque laziale-abruzzese (Monti Carseolani, Monti Cantari, Monti Ernici e montagne di confine del Parco Nazionale d'Abruzzo), come il luogo più piovoso dell'Appennino Centrale a causa dell'esposizione alle correnti provenienti da Ovest: le precipitazioni, durante le annate più umide, possono agevolmente oltrepassare i 2000 millimetri! I flussi d’aria provenienti dai quadranti occidentali, infatti, dopo il mar Tirreno, impattano il sistema dei Simbruini (primo gruppo montuoso di rilevanza dopo le catene dell’antiappennino tra i Lepini, Ausoni ed Aurunci), con conseguente effetto stau molto accentuato. Tra novembre ed aprile, in particolare, gli apporti precipitativi sono da considerarsi a carattere nevoso, specie nella località monitorata ove difficilmente i fenomeni, nel cuore dell’inverno, sono piovosi.

    Sotto la predominanza di venti occidentali o nord-occidentali, si possono superare i 200 centimetri di accumulo di neve, con suggestive ‘’cornici’’ che talvolta resistono fino ad estate inoltrata. Differente la situazione con venti da Nord-Est - quindi dai Balcani – che determinano cieli tersi e venti imperiosi e gelidi che inducono le temperature ad oltrepassare la soglia dei meno 10°C. Durante la stagione estiva, nei pomeriggi, si sviluppano talvolta intensi temporali capaci di produrre non rari eventi grandigeni. Bellissime le stagioni intermedie: la primavera, per il verde pressochè smagliante a fine stagione, con tantissimi tipi di fiori che spiccano allo scioglimento delle nevi; l’autunno, con caratteristiche giornate limpide, ad ottobre e novembre, allorchè i caldi colori delle foglie dei faggi lasciano spazio all’incipiente ritorno del candore della neve.

    Foto

    Dettaglio stazione meteo


    Dettaglio stazione meteo