Ubicazione geografica Ubicazione fisica
  • Latitudine
  • 41° 48' Nord
  • Altezza termoigrometro
  • 200 cm
  • Longitudine
  • 13° 46' Est
  • Schermatura
  • Schermo passivo like Davis
  • Altitudine
  • 430 metri s.l.m.
  • Tipologia
  • Semi-urbana
  • Posizione del luogo
  • Pendio
  • Terreno
  • Tetto
  • Clima
  • Cf scala Koppen
  • Altezza anemometro
  • 500 cm
    Strumentazione
    Stazione meteo PCE-FWS20
    Descrizione morfologica e climatologica della località

    Distante circa 45 chilometri da Roma, in posizione dominante sull'Aniene (fiume lungo 99 chilometri, principale affluente di sinistra del Tevere dopo il Nera), Vicovaro sorge a 300 metri di altitudine sul livello del mare, su di un costone di roccia che sovrasta la via Tiburtina, sulle propaggini meridionali dei monti Lucretili, breve catena montuosa facente parte del Subappennino laziale. Il territorio comunale è attraversato anche dai monti Tiburtini, rilievi montuosi situati ad est della Capitale e di modesta altitudine - anch’essi appartenenti al Subappennino laziale - che si sviluppano per circa 12 chilometri, con direttrice sud-ovest - nord-est, anche sul territorio dei comuni di Tivoli, Castel Madama e Sambuci. Vicovaro, o meglio l'antica Varia, era con tutta probabilità il centro fortificato più importante dell'epoca, avamposto difensivo degli Equi (antica popolazione dell’Italia preromana appartenente al gruppo sabellico che abitava nelle alte valli dei fiumi Aniene ed Imella). L'abitato, infatti, è racchiuso da una cinta muraria in opera quadrata di cui restano ampie tracce. Con la divisione adrianea, Varia venne inclusa nella provincia Valeria. Dell’epoca romana rimangono importanti testimonianze archeologiche, su tutto il territorio, quali resti di ville rurali e residenziali, epigrafi e vari materiali architettonici e decorativi. Vicovaro può considerarsi la porta d’accesso naturale alla Valle dell’Aniene, alla Valle Ustica ed al Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili. L’intero borgo odierno, che trova il suo centro vitale nella Piazza San Pietro, è un vero palinsesto: tuttora conserva le strutture abitative, che vanno dal medioevo al barocco, ricche d’elementi architettonici e decorativi. I documenti tramandati nel tempo danno un’idea abbastanza nitida della vita religiosa presente a Vicovaro. La presenza di Confraternite e chiese, alcune delle quali completamente distrutte, testimoniano la grande importanza storica ed artistica del paese. Tra quelle rimaste, le più importanti risultano essere: la Chiesa di San Pietro Apostolo, costruita dai Bolognetti in sostituzione dell’antica chiesa medievale ed eretta in prossimità del castello verso il secolo XI; il Tempietto di San Giacomo Maggiore, monumento nazionale nonché gioiello artistico e storico di Vicovaro; il Palazzo Cenci-Bolognetti, ex Palazzo Orsini; la Chiesa di Sant’Antonino - comunemente detta di S. Maria del Sepolcro – che costituisce una chiesa di tipo rurale con annesso convento dei Religiosi del Terzo Ordine di San Francesco; la Chiesa di Sant’Antonio Abate, fuori del paese, sotto Porta Roma, sulla sponda destra dell’Aniene; la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, tra le più antiche di Vicovaro, già nominata nel testamento del 1233 di Giangaetano Orsini, insieme con i Frati Minori Conventuali che vi risiedevano; le Chiese di San Salvatore, di San Rocco e di San Sabino; il Convento di San Cosimato, il cui complesso architettonico e paesaggistico fu preso a soggetto – nel ’700 e nell’800 – da numerosi artisti. Tra i personaggi più importanti legati al territorio si ricorda Marcantonio Coccia, detto il Sabellico, che nacque proprio a Vicovaro (l’appellativo Sabellico è riconducibile all’antica origine della sua terra natia derivante dalla popolazione degli Equi) e che compose, a Venezia, il suo capolavoro le ‘’Enneadi’’, un’opera che raccontava in 92 capitoli le storie di tutti i popoli della terra fino allora conosciuti, dalle origini fino ai suoi giorni. Altri illustri personaggi sono Padre Pietro da Vicovaro, Fra Pietro Fanti, il pittore Antonio Rosati, Padre Virginio Rotondi e lo scrittore Amedeo Rotondi. Leggende popolari rendono famoso il paese di Vicovaro; tra esse trovano posto sia racconti che reminescenze popolari riguardanti esseri fantastici o mostruosi tra cui streghe, fantasmi e lupi mannari. Una narrazione leggendaria riguarda, ad esempio, la cosiddetta "Pantasima" dell' "Arcu e ju riu", una donna fantasma che sarebbe più volte apparsa in abito da sposa in località "Arcu e ju riu" a Vicovaro, ovvero in Via Giuseppe Verdi, dove ancora oggi, a ridosso delle pareti dell'antica rocca degli Orsini, si conserva l'imposta di una antico arco andato distrutto in tempi moderni. La zona è ubicata al di fuori del centro storico di Vicovaro e probabilmente il mitico racconto era utilizzato dalle madri per non permettere ai propri figli di uscire dalla porta del paese. Probabilmente la realtà della leggenda risiede nel fatto che proprio in quel luogo nidificavano i barbagianni, che, con il loro candido piumaggio potevano essere confusi con una figura evanescente vestita di bianco. I lupi mannari sono invece personaggi reali ai quali l'immaginario popolare attribuiva, in modo unanime, una esplicita condizione patologica, ovvero la licantropia. Di essi si ricorda soprattutto il timore che suscitavano nel corso dei loro attacchi furiosi legati soprattutto al cattivo tempo, l'aggressività e l'ululare incessante. Climatologicamente, Vicovaro ha una temperatura media annua di circa 14 °C, con gennaio ed agosto rispettivamente mese più freddo e più caldo. La piovosità media annuale, che si attesta sui 1000 millimetri circa, è influenzata tanto dai non rari temporali di calore estivi che si sviluppano nelle adiacenti aree montante, quanto dalle precipitazioni – più diffuse – che si verificano durante la stagione autunnale. La stazione meteo di riferimento è una PCE-FWS20 ed è ubicata in Mandela - a circa 3 chilometri da Vicovaro - a 430 metri sul livello del mare, presso la sede dei Volontari della Protezione Civile Mandela – Cantalupo. L’installazione è stata resa possibile grazie al prezioso contributo dell’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco in Congedo – Volontariato e Protezione Civile – Delegazione di Vicovaro. La zona monitorata - sopraelevata rispetto alla piana immediatamente sottostante a sud-ovest, che costituisce di fatto la porta d’ingresso alla Vallata dell’Aniene – presenta marcata ventilazione soprattutto in occasione di correnti provenienti da sud-ovest ovvero da nord-nord-ovest. In tali circostanze, si possono registrare raffiche di oltre 100 km/h. Con il manifestarsi di fenomeni d’inversione termica (cielo sereno, bassi tassi di umidità relativa, assenza di ventilazione e periodi alto pressori specie se invernali), inoltre, è molto probabile osservare differenze di temperatura tra la predetta piana - più fredda durante le ore notturne - e la zona di installazione - che tendenzialmente registra massime più basse in virtù della maggiore e costante ventilazione. L’installazione è stata completata con il posizionamento di una webcam Foscam FI9900P, telecamera di videosorveglianza molto versatile, compatta, resistente agli agenti atmosferici e dai risultati visivi molto soddisfacenti. Caratteristica peculiare di tale webcam è la facilità con cui trasmette wirelles, sfruttando una copertura e raggio d’azione fino a circa 40 metri. In modalità notturna, si attivano gli infrarossi (30 led) che si inseriscono automaticamente grazie ad un sensore crepuscolare sito all'interno dell'obiettivo della webcam stessa. L’ampia visuale di grandangolo (104°) costituisce, inoltre, importantissimo parametro che pone la webcam Foscam quasi al vertice della categoria. La webcam di Vicovaro invia un’immagine ogni 3 minuti. Il puntamento della stessa è in direzione Sud-Ovest verso l’omonimo paese.

    Foto

    Stazione meteo


    Dettaglio stazione meteo


    Stretta di mano tra AQ Caput frigoris, associazione nazionale Vigili del fuoco in congedo e Volontari protezione civile Mandela