logo

Meteo AQ Caput Frigoris

Descrizione Stazione Meteo - Pescasseroli (AQ) | Quota: 1174 mt


Stazione di proprietà:

Stazione Ospitata da:



Ubicazione Geografica Ubicazione Fisica
Latitudine 41.806975 Altezza Termoigrometro 200 cm
Longitudine 13.777109 Schermatura Schermo Passivo Davis
Altitudine 1174 mt Tipologia Semi-Urbana
Posizione del Luogo Altopiano Terreno Terrazzo
Clima Df | Scala Koppen Altezza Anemometro 350 cm

Strumentazione

Stazione Davis Vantage Pro 2 Wireless

Stazione Attivata in Data: 23 Settembre 2008

Descrizione morfologica e climatologica della località

Posto al centro degli itinerari di maggiore interesse naturalistico della regione Abruzzo ed adagiato in una conca all'ingresso dell'alta valle del Sangro, Pescasseroli sorge ad un’altitudine “convenzionale” di 1.167 metri sul livello del mare, in un altopiano pregno di pascoli cui fanno da cornice boschi centenari e montagne superbe e suggestive. A nord est si trovano i monti Palombo (2.013 metri) e Marsicano (2.242 metri), mentre ad ovest sono presenti la Schiena Cavallo (1.981 metri) ed il monte Ceraso (1.835 metri). A chiudere l’orizzonte meridionale, invece, ci sono i monti la Rocca (1.925 metri) e Tranquillo (1.830 metri), fin sulla Forca d’Acero a quota 1.535.

E’ un luogo meraviglioso, che ha trovato nel tempo il giusto equilibrio tra natura e modernità, ricco del fascino concesso dalle foreste di faggi - frequentate da lupi, camosci, cervi nobili, caprioli e poiane – e dal vasto circondario che è regno dell’orso bruno marsicano.

Siamo al confine con il Lazio ed il Molise, lungo i crinali e le brulle doline dei monti Marsicani, delimitati, tra una vegetazione discontinua di faggete, dal Fucino e dalla conca Peligna a nord, dalla valle del fiume Gizio e dai principali altopiani che li separano dal massiccio della Majella ad est, dalle valli del Sangro e del Volturno a sud e dalle valli del Liri e del Melfa ad ovest; il gruppo montuoso culmina nel monte Greco (2.285 metri), pur essendo situato nella zona esterna al Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise che, invece, è “area protetta”.

Il monte Marsicano - che ha storicamente segnato i confini tra i territori occupati da Marsi, Peligni ed altre tribù italiche stanziate nell’antica Aufidena - in particolare, è una delle maggiori cime delle omonime alture raggiungendo, come detto, una quota di 2.242 metri. Risulta incastonato tra la valle Roveto e la valle di Comino, segna l’attuale confine geografico della Marsica con l'alta val di Sangro e forma, assieme alla montagna Grande, un gruppo montuoso che divide la conca di Pescasseroli-Opi (alto Sangro), ad ovest, dalla vallata di Scanno (valle del Tasso-Sagittario) ad est.

Nel PNALM, la predetta sua altitudine segue, di poco, quella più elevata appartenente al monte Petroso con 2.249 metri (i picchi estremi si trovano, in realtà, presso la cima ed anticima del monte Marsicano rispettivamente con 2.253 e 2.252 metri). La suddetta montagna Grande è una meta poco conosciuta, ma non per questo priva di interesse naturalistico e geologico, facente parte di quei luoghi ameni ed incontaminati dove “”la storia l’hanno scritta i pastori a suon di pecore”” fin dai tempi dei Sanniti.

Caratteristica per i propri e suggestivi circhi glaciali e per i fianchi boscosi, la montagna Grande offre, ben visibili dalle pendici, degli apprezzabili panorami che spaziano dal Gran Sasso alla Majella. Alla sua base, nel territorio del comune di Bisegna, si trova la bellissima valle di Terraegna, già prescelta in passato per la fertilità del suolo e crocevia, oggi, del passaggio della fauna selvatica. Il Parco Nazionale, inaugurato a settembre del 1922 presso la fontana di San Rocco (situata all'ingresso del paese provenendo da Bisegna e Gioia dei Marsi) per iniziativa dell’ingegnere Erminio Sipari, si estende su una superficie di oltre cinquantamila ettari e su territorio interamente montano, ove trovano ospitalità varie specie di mammiferi, volatili, rettili e anfibi e pesci.

E’ sede di museo naturalistico, area faunistica (con annesso centro visite dove vengono ospitati animali trovati feriti o che presentano problematiche che non consentono la loro sopravvivenza allo stato selvatico), orto botanico, impianti sciistici ed attrezzato bike park; in estate è possibile praticare l’escursionismo lungo numerosi itinerari turistici facenti parte di una invidiabile rete sentieristica; d’inverno, invece, la zona si trasforma in zona di forte interesse per gli sciatori. Nel territorio del Parco ricadono 24 paesi distribuiti in tre regioni. Cinque di essi (Pescasseroli, Opi, Villetta Barrea, Civitella Alfedena e Barrea) vantano il centro abitato immersovi completamente. Ai piedi del monte Tranquillo, della Serra Traversa e della Serra del Re, tra alternati tratti erbosi e rocce appuntite, si staglia l'Altopiano della Macchiarvana.

Territorio adatto per anelli di sci di fondo, è caratterizzato da faggete molto fitte soprattutto attorno alle carrarecce innevate che permettono dei piacevoli percorsi. Il PNALM si sviluppa lungo una serie di catene montuose, comprese fra 900 e 2250 metri di altitudine. Esse hanno visto trasformare profondi mari caratterizzati dalla presenza di barriere coralline in alte vette di origine calcarea. Tale tipo di origine determina il carsismo, che, infatti, è il fenomeno geologico prevalente nel Parco (grotte, ighiottitoi e doline sono la porta d’accesso a fiumi sotterranei che, a volte, riemergono in superficie anche fuori dai confini dell’area protetta, costituendo una riserva idrica importante).

Sui massicci montuosi circostanti sono evidenti i segni delle glaciazioni e dell’erosione degli agenti atmosferici che hanno dato luogo a ripide e profonde gole, fra cui quella di Barrea sulla cui sommità si erge l’omonimo paese. Il contesto paesaggistico fa da sponda allo splendido anfiteatro naturale della “Camosciara”, riserva integrale che si propone di conservare l’ambiente, nella totalità dei suoi valori naturalistici e nel rispetto degli ecosistemi, escludendo ogni attività ed intervento da parte dell’uomo. Con le sue creste frastagliate di dolomia bianca e grigia (roccia sedimentaria carbonatica, costituita principalmente dal minerale dolomite, un carbonato di calcio e magnesio), è molto simile nella struttura e nell’aspetto alle montagne dolomitiche alpine. Per la straordinaria bellezza del paesaggio, l’oasi di camosci è una delle località del parco più amata dai turisti: deve il suo nome alla folta popolazione di tale specie, che qui stanzia abitualmente; si trova lungo la strada che collega Pescasseroli a Villetta Barrea.

L’area del Parco è solcata da vari fiumi: il principale è il Sangro che nasce pochi chilometri a nord di Pescasseroli – alle pendici del Morrone del Diavolo - attraversa tutto il Parco e sfocia nel mar Adriatico). Tra gli altri fiumi si ricordano il Giovenco (uno dei principali affluenti naturali dei canali del Fucino), il Tasso, il Volturno ed il Melfa. Nel territorio sono presenti anche il torrente Scerto - affluente del fiume Sangro - la cascata delle Ninfe e la cascata delle Tre Cannelle.

Nella zona del “pre-Parco” sono da annoverare, inoltre, il famoso e bellissimo lago di Scanno (situato alle pendici dell’omonimo paese ed originatosi, circa 12000 anni fa, dallo sbarramento naturale del fiume Sagittario dovuto ad una grossa frana), il lago di Castel San Vincenzo (è uno specchio d’acqua artificiale, in Molise, con colori particolari da osservare percorrendo la strada che lo costeggia ovvero, dall'alto, lungo la strada che sale verso l'Eremo di San Michele) ed il piccolissimo lago Pantaniello (facente parte della omonima Riserva naturale statale, ricadente nella provincia dell'Aquila ed istituita a sua tutela, che si estende per circa due ettari), posto a ben 1.818 metri di quota e, precisamente, alla base del sopra menzionato monte Greco.

Il centro abitato di Pescasseroli è in perfetta armonia con le meraviglie naturali che lo circondano. Il nucleo urbano, in posizione pianeggiante, si è sviluppato attorno all'antica abbazia ed è caratterizzato da tradizionali costruzioni in muratura di pietrame e malta, adornate dalle particolari finestre imbottite con pietra da taglio locale denominata “pietra gentile”, dal nome dell'omonima montagna; la piazza S. Antonio è il fulcro della vita del Comune. Tra le architetture religiose, spiccano la Chiesa di San Pietro e Paolo, la Chiesa della Madonna del Carmine, la Cappella dell'Addolorata (Chiesa di Santa Maria degli Angeli), inclusa nel patrimonio della “Fondazione Sipari”, la Chiesa di Santa Lucia ed il Santuario di Santa Maria di Monte Tranquillo, esistente dal XII secolo.

Turismo, agricoltura in quota ed allevamento rappresentano le più importanti fonti economiche. Non a caso Pescasseroli vanta un'importante produzione di carni bovine ed ovine legata anche alla transumanza - spostamento stagionale delle greggi dalle montagne d’Abruzzo fino alle verdi pianure del Tavoliere delle Puglie - lungo l'antico tratturo di 211 chilometri che conduce fino a Candela, in provincia di Foggia.

L’intrigante quadro d’assieme non è sfuggito ad un famoso personaggio dei tempi moderni. “”In nessun posto dormo così bene come qui, in nessun posto scrivo bene come qui, in nessun posto cammino bene come qui contemplando un paesaggio che non mi stanca mai per la sua aspra e serena bellezza””. Questi i termini usati dalla scrittrice, poetessa, saggista, drammaturga e sceneggiatrice Dacia Maraini per descrivere Pescasseroli. Un po’ più a ritroso nel tempo, furono già le espressioni dello scrittore di origine marsicana Ignazio Silone a conferire lustro al luogo; così scriveva nel suo romanzo “Vino e Pane”: “”...A sinistra, tra i vigneti, i piselli, le cipolle, c’era la via provinciale che si inerpicava subito tra le montagne e s’addentrava nel cuore dell’Abruzzo, nella regione dei faggi, dei lecci e dei superstiti orsi, conducendo a Pescasseroli, a Opi, a Castel di Sangro””.

Ancor prima, invece, i versi del filosofo Benedetto Croce – cui Pescassseroli deve i Natali – descrissero le capillarità del paese allorchè sostenne che il nome significasse “masso presso il fiume Sangro” - da Pesculum Seroli, dal tardo latino Pensulu, "roccia sporgente, a picco, adatta per la costruzione di case" – essendo la parte più antica dell'abitato, infatti, costruita proprio ai piedi dello sperone roccioso (Pesco) su cui si trovano i resti di “castel Mancino". Per le vicende legate alla transumanza ed alla peculiarità delle attività pastorizie dei locali, furono emblematiche, invece, le composizioni poetiche di Gabriele D’Annunzio.

Il poeta pescarese, difatti, amava ripercorrere le gesta dei “pastori-escursionisti”, osannandone le gesta e scrivendo nell’Opera “I Pastori”: “”...Settembre, andiamo. E' tempo di migrare. Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare. Scendono all'Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti.”” Questa splendida porzione di territorio aquilano, così approfonditamente osservata, decantata e descritta da celebri mani, è - come accennato in premessa – fulcro dei principali itinerari naturalistici della regione Abruzzo.

E’ raggiungibile: dalla Marsica fucense tramite la SS 83 Marsicana, che attraversa il PNALM da nord a sud-est; dal territorio laziale, attraverso il valico di Forca d'Acero, percorrendo l'omonima SS 509 e passando per Opi; dalla SS 479, transitando per la valle del Sagittario e Scanno-Passo Godi. Pescasseroli presenta un clima freddo in inverno e fresco d'estate. In ragione della presenza di circostanti e più bassi rilievi situati ad ovest e sud-ovest e, quindi, della più diretta esposizione alle correnti umide occidentali e sud-occidentali, è uno dei centri abitati più piovosi d'Abruzzo con le precipitazioni che superano spesso i 2000 millimetri annui.

Si attiva, in tali circostanze, un classico effetto Stau, favorito dalla presenza delle alture - non molto elevate - che si trovano attorno al citato monte Tranquillo, complici nel consentire il passaggio di correnti che impattano sul versante meridionale del massiccio del Marsicano: in poche ore possono così cadere anche oltre 100 millimetri di pioggia! In inverno, tali correnti, presentandosi come libeccio freddo e con un minimo barico posizionato (generalmente) sul golfo di Gaeta, possono portare delle estese ed abbondanti nevicate, come avvenne nell’anno 2012 allorchè si superarono i 2 metri di manto, peraltro in poco tempo.

Le irruzioni da nord est, invece, determinano più che altro dei venti impetuosi. Nel passato, tuttavia, non sono mancate situazioni nevose dai quadranti nord orientali, come nel gelido inverno del 1981 ovvero in quello del 1984. Altre invernate fortemente nevose sono state quelle avvenute nel dicembre del 1990 e, soprattutto, a gennaio/febbraio 2005. Le precipitazioni risultano sostanzialmente distribuite in modo equo in tutte le stagioni, con la leggera sofferenza idrica estiva che viene tuttavia compensata da temporali talvolta forti e notevoli in termini precipitativi. È uno dei luoghi, a parità di quota, con temperatura media annuale tra le più basse d'Abruzzo clima, secondo la scala Koppen, da inquadrare come temperato fresco); non inusuali le brinate estive! La primavera, stagione del risveglio, è uno dei momenti migliori per visitare il posto (non di rado, invero, si osservano dei periodi di ritorno del freddo con delle nevicate talvolta anche copiose). La varietà delle fioriture, i versi ed i richiami degli animali che si risvegliano e l'infinità degli aromi delle essenze floreali, offrono tante occasioni per scoprire la natura. In questo periodo torna l'avifauna migratoria e nascono i cuccioli di numerosi animali.

I primi temporali pomeridiani di maggio lasciano il posto all’estate che offre fioriture ricche in alta montagna, profumi intensi, aria frizzante alle prime ore del mattino e caldi colori all'alba ed al tramonto. Il clima è sempre piuttosto piacevole durante il cuore della bella stagione anche se con i cambiamenti climatici i valori massimi tendono ad aumentare sempre un po' di più, come osservato nella caldissima estate del 2017. L’autunno è uno dei momenti più tranquilli per godersi la splendida natura del Parco con la presenza di faggio, acero e roverella. E' una delle stagioni più affascinanti per visitarlo con le foreste che assumono toni dal giallo all'arancio e dal rosso al marrone. Le giornate si accorciano ed il comportamento di piante e animali è influenzato tanto dall'abbassamento della temperatura quanto dalla minore durata dell’irraggiamento diurno.

Anche in inverno la natura offre scenari suggestivi come gli incantevoli paesaggi innevati, i ricami che il ghiaccio disegna e cesella tra i rami degli alberi o le numerose impronte degli animali sulla neve. Segni dei primi freddi arrivano talvolta già nei primi di ottobre, quando anche qualche fugace nevicata può fare apparizione fin sulla cittadina. Novembre, spesso è molto piovoso, appunto, per la dominante presenza delle correnti da libeccio (nel 2010, ad esempio, si totalizzarono circa 800 millimetri di precipitazioni mentre alla fine del mese di ottobre del 2018 si verificarono dannosi allagamenti).

La stazione meteorologica di riferimento è una Davis Vantage PRO2 ed è posizionata presso l’Hotel Cocoon.

Visuale della stazione meteo, direzione nord-ovest
Visuale della stazione meteo, direzione nord
Hotel Cocoon che ospita la stazione meteo

Disclaimer

L'uso dei dati meteo e delle immagini da parte di terzi, è proibito, se non espressamente autorizzato dall'associazione "L'Aquila Caput Frigoris"