Ubicazione geografica Ubicazione fisica
  • Latitudine
  • 42° 29' Nord
  • Altezza termoigrometro
  • 250 cm
  • Longitudine
  • 13° 56' Est
  • Schermatura
  • Schermo Davis passivo
  • Altitudine
  • 245 metri s.l.m.
  • Tipologia
  • Campagna
  • Posizione del luogo
  • Valle
  • Terreno
  • Prato erboso rado
  • Clima
  • Df scala Koppen
  • Altezza anemometro
  • 250 cm
    Strumentazione
    Stazione Davis Vantage Vue
    Descrizione morfologica e climatologica della località

    Penne, la città del mattone, è un perfetto mix di arte, storia e natura. Un centro storico - ricco di monumenti, palazzi e chiese - di grande valore estetico e culturale, in grado di stupire chi decida di visitarlo. Equamente distante dall’Adriatico e dal Gran Sasso, presentandosi come porta di accesso al Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga attraverso la Riserva naturale controllata Lago di Penne, questo borgo di media collina in provincia di Pescara offre la possibilità di ampi panorami: dall’altura, infatti, risulta piacevole osservare tanto i boschi e gli uliveti circostanti quanto i corsi d’acqua che attraversano le zone più pianeggianti.

    La bellezza del luogo meteorologicamente monitorato (la stazione di riferimento è una Davis VUE installata il 24 novembre 2021 a 245 metri di altitudine) è tale che, non a caso, risulta essere stato incluso tra i borghi più belli d’Italia: con il proprio inestimabile corredo di venti secoli di storia, tramandando numerosi racconti e tesori da mettere in salvo, sazia al contempo la vista, la mente ed il cuore! Se è indubbio che l’intera Penne, grazie al massiccio utilizzo di mattoni a vista negli edifici e nella pavimentazione delle viuzze medievali, sia capace di “trasportare” il visitatore in uno spazio caratteristico ed incantato, è pur vero che, per valutarne appieno lo splendore, è d’obbligo una visita a quei monumenti e gioielli architettonici che le sono valsi il titolo di città d’arte.

    La cittadina si articola sulla cima di quattro alture: il Colle Sacro, il Colle Romano, il Colle Castello ed il Colle Cappuccio (rappresentati, sullo stemma comunale, da altrettante torri sovrastate a destra e, a sinistra, da due ali). Proprio per via dell’altitudine, per i pochi chilometri che la separano dal mare e per il fatto che costituisca una porta naturale al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Penne è una meta ideale anche a livello climatico. L’aria sana di montagna e le evidenti influenze mediterranee, mitigando il freddo invernale e la calura estiva, garantiscono sia la piacevolezza del soggiorno che la presenza di turisti in ogni periodo dell’anno. L’attività umana che più ha caratterizzato questo angolo d’Abruzzo, tra mare e montagna, è l’artigianato: esso continua a risplendere grazie a piccole botteghe, oreficerie e sartorie. La produzione che ha reso Penne famosa nel mondo, però, è quella degli arazzi (arte nobile, ereditata dal grande passato, che ha portato fino ad un fiorente mercato internazionale).

    I suddetti quattro colli risultano compresi, in particolare, tra le valli dei fiumi Tavo e Fino. Il primo corso d’acqua nasce a 1200 metri, sul Gran Sasso, dal versante nordorientale del monte Tremoggia (2.331 metri s.l.m.) e scorre profondamente incassato in valli e forre. La sorgente del Fino ha una portata modesta, come quella dei suoi numerosi affluenti [l'affluente principale è il torrente Cerchiola, che nasce sul Gran Sasso fra il monte Addenza (mt. 751) ed il Colle Corneto (mt. 967), inserendosi poi nel Fino prima di Bisenti (TE)]. Può diventare impetuoso in primavera ed autunno, in concomitanza con le maggiori piogge, mentre in estate la portata si riduce fino, talvolta, alla secca. Il secondo corso d’acqua nasce sempre sul Gran Sasso, ma in località Pietrattina, scorrendo perpendicolarmente alla costa. Inizia il suo corso tra le altissime pareti rocciose del Vallone d'Angora dove le acque delle sorgenti "Pisciarelli" si aggiungono alle sue; attraversa la più ampia Valle D'Angri e, in località Mortaio D'Angri, si insinua nella stretta forra della Bocca dell'Inferno; riceve le acque dalla spettacolare cascata del Vitello d'Oro, alta 28 metri. Il Tavo ha un regime torrentizio; soprattutto la sempre maggiore captazione delle acque per uso potabile ha ridotto fortemente, tuttavia, la portata delle sorgenti (Mortaio d'Angri, Acquasanta, Vitella d'Oro) che alimentano il fiume: di conseguenza, esso resta pressochè arido nei periodi di siccità.

    A Penne sono presenti, dunque, la Riserva naturale controllata Lago di Penne, ma anche l'Orto botanico riserva Lago di Penne. La Riserva naturale sorse per opera di un gruppo di naturalisti che iniziò, negli anni ‘80, dei progetti di tutela ambientale attorno al bacino artificiale creatosi grazie allo sbarramento del fiume Tavo. La creazione del lago artificiale, infatti, aveva creato un luogo importante per la sosta dell'avifauna di passo e nidificante, osservandosi col tempo le presenze di cicogne, merli, cardellini, garzette, spatole, frosoni, svassi maggiori, grus grus, zigoli muciatti ecc.. All'interno della riserva spicca il “centro lontra” (fregiato nel 1991, dal WWF, per acque pulite e vegetazione ideale tali da far considerare la riserva come la migliore per la riproduzione in cattività della lontra); altri mammiferi visibili nella riserva sono il tasso e piccoli roditori. L'orto botanico di Penne, invece, sorge lungo la sponda del lago, ha quale simbolo la tifa (pianta acquatica diffusa dagli steli molto lunghi) e conserva ulteriori piante aromatiche come il timo, la maggiorana, la lavanda e la menta. La vegetazione che attualmente vi si trova è il risultato sia di una colonizzazione naturale, avvenuta dopo la costruzione della diga, sia di interventi di rimboschimento.

    Circa il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, esso racchiude il gruppo del Gran Sasso, quello della Laga e i Monti Gemelli. Il primo - regno del camoscio d’Abruzzo - presenta il volto tipico delle Dolomiti, con vette importanti ed una miriade di percorsi di alta quota. Qui si trovano anche il ghiacciaio del Calderone (altitudine compresa tra i 2.650 ed i 2.850 metri s.l.m.) e l’altopiano di Campo Imperatore, posto ad una quota variabile tra i 1.500 ed i 1.900 metri, lungo circa venti chilometri e con cime tra le più elevate e suggestive dell'intero Appennino.

    I monti della Laga, invece, hanno un aspetto più dolce ed ondulato e risultano ricchi di boschi, torrenti, cascate e laghetti. In tutto il territorio del Parco la presenza dell’uomo è adeguatamente integrata con la natura, come è evidente dai numerosi borghi di origine medioevale che ancora oggi conservano l’aspetto originario.

    I monti Gemelli si sviluppano in due montagne simili tra loro: monte Girella o montagna dei Fiori (mt. 1.814 s.l.m.) e monte Foltrone o montagna di Campli (mt. 1.718 s.l.m.), poste nell’estremo nord della provincia di Teramo, al confine con la provincia di Ascoli Piceno. Le due vette, separate da vertiginose pareti a strapiombo - le magnifiche gole del Salinello - scavate dall’omonimo fiume, si collocano nell’estremità orientale della catena dei monti della Laga.

    La storia di Penne, come accennato in precedenza, è molto remota: i primissimi ad insediarsi furono i Vestini, popolazione osco-umbra che ne fece la propria capitale prima dell’arrivo dei Romani. E capitale lo è stata, della provincia circostante, anche con Carlo Magno, prima di passare nei secoli sotto il dominio di famiglie prestigiose, di cui sono rimasti intatti i palazzi nobiliari che spuntano tra vicoli stretti, abitazioni ed edifici tutti costruiti con i mattoni. Penne è ricordata, appunto, come “la città del mattone” perché in epoca medievale l’esigenza di proteggere questo avamposto strategico portò alla scelta di un’edificazione solida, a partire dalla Porta San Francesco, accesso principale alla parte antica della città.

    In realtà, come provato dai diversi reperti archeologici ed insediamenti scoperti nei dintorni, le origini della località risalgono addirittura al Medio Neolitico. Solo più tardi, l’indimenticata Pinna Vestinorum divenne capitale dei Vestini conoscendo un’epoca di particolare splendore come stazione termale romana e come centro medievale e rinascimentale. Il nome latino, che significa vetta rocciosa, proprio come lo stemma comunale raffigurante quattro torri argentate, indica la strategica ed invidiabile posizione. Il toponimo antico “Pinna” deriva dal latino "pinnus", ossia acuto, appuntito, poiché il primo villaggio italico fu costruito con funzioni difensive sopra un'altura aguzza. Il borgo è noto anche per la sua essenza spirituale e per il suo stretto legame con San Francesco d’Assisi: oltre la suddetta Porta San Francesco, altre porte di accesso importanti in questa pittoresca città d’arte sono Porta Santa Croce e Porta della Ringa o dell’Arengo.

    La scenografia delle dimore storiche, residenze nobiliari, trova espressione concreta nella Torre dei Normanni, nella Chiesa di San Nicola, nel cinquecentesco Palazzo Teseo Castiglione (che si distingue per un maestoso portone in pietra oltre che per gli interni fastosamente decorati), nel Palazzo De Sterlich-Aliprandi, con i suoi eleganti saloni, nonchè nel Palazzo Scorpione (caratteristico per via del suo finissimo cortile rinascimentale), già dimora di Margherita d’Austria. Cuore del borgo è senza dubbio piazza Luca da Penne su cui si affacciano Palazzo Gaudiosi, Palazzo Leopardi e la Chiesa di San Domenico con la Cappella del Rosario.

    Relativamente ai luoghi sacri, meritano menzione la Cattedrale di San Massimo - duomo della città - rimaneggiata anche a seguito di quelle devastazioni dell’ultima guerra per le quali Penne è stata insignita della medaglia d’argento al valore civile, gli edifici religiosi dedicati a San Domenico e a Sant’Agostino, la Chiesa di Santa Maria in Colleromano (con la Pinacoteca, la preziosa Biblioteca e l’altare ornato di statue rivestite in oro) e quella dell’Annunziata, che risale al 1200 ma la cui facciata, del 1801, è stata definita una delle pagine più belle del barocco abruzzese. Si ricordano, ancora, la Cattedrale di Santa Maria degli Angeli e San Massimo Martire (edificata sui resti di un tempio romano dedicato alla Dea Vesta) e la Chiesa di Santa Croce, sulla facciata della quale sono riprodotti i simboli della Passione. La Cattedrale è sede del Museo Civico Diocesano, mentre il Museo Archeologico Giovanni Battista Leopardi è ospitato nell’adiacente Palazzo Vescovile.

    Il clima di Penne beneficia degli influssi di origine marina (originati dalla relativa breve distanza dal mare Adriatico) ma risente, al contempo, dell'influenza del Gran Sasso. Le temperature medie non sono né eccessivamente elevate, né troppo rigide, con escursioni termiche annue modeste. Durante l’inverno la neve può cadere anche abbondante e le gelate possono essere frequenti soprattutto durante le irruzioni di aria fredda dai Balcani o dal nord Europa (con ondate di freddo intense le minime possono arrivare fino ai -10 °C.) I minimi pluviometrici si osservano durante i mesi di luglio ed agosto mentre i massimi si concentrano durante la stagione autunnale. Complessivamente, Penne si colloca nella linea di confine tra un clima di tipo subtropicale umido ed un clima di tipo mediterraneo.

    Foto

    Visuale di insieme della stazione meteo


    Visuale di insieme della stazione meteo